11 Apr Piazza del Popolo: da sede del primo mattatoio di Roma a piazza più famosa
Piazza del Popolo è oggi una delle piazze più famose di Roma, visitata ogni anno da milioni di turisti. Questa, però, è stata protagonista di una storia che non tutti sanno: dal 1825 al 1891 fu la sede del primo moderno stabilimento di macellazione pubblico costruito in città.
In precedenza, infatti, le piccole botteghe non solo vendevano la carne, ma erano anche la sede delle macellazioni, comportando diversi problemi igienico sanitari dovuti alle acque reflue e dai rifiuti riversi in zone popolate.
La storia del mattatoio
Al fine di terminare le macellazioni nelle botteghe che si trovavano sparse per la città, nel 1824 Papa Leone XII, decise di far costruire un moderno mattatoio a Piazza del Popolo, aggiungendo anche l’imposizione dell’ispezione veterinaria degli animali.
Il mattatoio fu progettato dall’architetto Giovanni Battista Martinetti e la costruzione affidata a Gaetano Ferrarini.
L’ubicazione era di fronte al già esistente mercato bovino, fuori dalle Mura Aureliane, tra la riva del Tevere e le caserme adiacenti alla porta del Popolo.
La struttura del macello
La superficie occupata dagli edifici era di 3.650 m² e prevedeva due macelli: uno con 28 celle e l’altro con 42 celle.
Il modello “cellulare’’ scelto per questo macello incontrava meglio le esigenze degli operatori che potevano usufruire di uno spazio autonomo. Infatti prevedeva una cella per ognuno di loro, dove abbattere e lavorare il bestiame e gestire in modo ottimale la propria attività.
Il piano di ampliamento
Il macello ha subìto poi delle trasformazioni; di seguito alcune tappe significative:
- 1860: aggiunta dell’edificio ‘’Fabbrica a uso di bagni calorico-animali’’;
- 1861: introduzione del ‘’Macelletto degli Ebrei’’;
- 1868: ampliamento del mattatoio da parte di Ersoch.
L’ultima trasformazione permise l’introduzione della macellazione di animali di altre specie, come bufali e capretti, oltre all’introduzione di spazi come le stalle di sosta per il bestiame domito, l’edificio per la distruzione delle carni infette e la pelanda dei suini.
Una curiosità: i bagni zootermici
Come precedentemente citato, nel 1860 fu aggiunto l’edificio della ‘’Fabbrica a uso di bagni calorico-animali’: ma in cosa consisteva?
La fabbrica consisteva in un piccolo edificio separato di tre piani, ed era composto da quattro camere ‘’da bagno’’. Queste ospitavano una pratica terapeutica indirizzata a problemi muscolari degli arti di uomini e donne (conseguenti a traumi e reumatismi) e prevedeva l’immersione della parte interessata nelle viscere dei bovini appena macellati, o nel loro contenuto.
Alcuni trattamenti erano gratuiti, altri costavano 50 centesimi per recipiente di contenuto gastrointestinale e l’ammissione a essi avveniva solo con prescrizione medica.
La chiusura del mattatoio
Il 1891 segnò la fine di questo lungo progetto, in quanto il mattatoio divenne obsoleto sia a causa dell’ubicazione, divenuta centrale, sia a causa delle dimensioni di quella che era diventata la capitale d’Italia, raddoppiando la propria popolazione.
Le ulteriori ragioni che contribuirono alla chiusura furono:
- lo scarico dei rifiuti nel Tevere con i conseguenti problemi igienici, in contrasto con le nuove norme igieniche introdotte dal governo;
- la costruzione dei ‘’muraglioni’’ per contenere le alluvioni e del Ponte Margherita che avrebbe dovuto occupare buona parte della zona del vecchio macello
Il Comune di Roma, di conseguenza, decise di costruire un nuovo stabilimento nella zona di Testaccio. Oggi grazie alla sua modernità è un importante edificio di archeologia industriale ed è sede di mostre ed eventi d’arte contemporanee.
Per saperne di più, consulta il sito.
Noi di Artigiani delle Carni, essendo portavoci dei macellai nel territorio romano, riteniamo interessante conoscere la storia dei luoghi che sono stati cruciali per il nostro lavoro!
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